Amici umani,
E' stata una lunga assenza, scusatemi. Ho attraversato una crisi creativa paragonabile a quella dell'ultimo Beethoven (dopo la sordità) o del primissimo Picasso (prima che si comprasse gli occhiali stroboscopici). Ho passato questi giorni sulle rive del lago Maggiore, a leggere e rileggere Gianfranco Miglio. Adesso è passata. E anche sulla spinta delle vostre lettere di incoraggiamento – di cui vi ringrazio – ho deciso di tornare tra voi.
Se qualche settimana fa il momento era grave, ora siamo al count down finale: a Napoli, a Seul, a Bruxelles come a New York, il mondo occidentale, quell'avamposto di civiltà e di raffinatezza che abbiamo conosciuto finora (avete presente il "Benny Hill Show?"), è impegnato in una resa dei conti definitiva contro la barbarie. Vale o no la pena, per una volta, di essere anche noi protagonisti e non vittime della cieca violenza della Storia? Boh!!! Tutto sommato penso che non ne valga la pena, ma il mio parere conta assai poco.
Soffermiamoci un momento sull'evento della settimana: la trasmissione di Saviano e quell'altro. Un altissimo momento di coscienza civile: sono quei piccoli soprassalti che anticipano il risveglio nazionale. "Siamo al 25 luglio", ha scritto Repubblica; "sento aria di 8 settembre", mi ha confidato un amico. E io sono giù a sternutire perché, da cretino ho dato retta a tutti, ho spento il riscaldamento e sono uscito con la polo e gli occhiali da sole, mentre a Bruxelles sta già nevicando…
La trasmissione, comunque, arrivata ormai alla seconda puntata, è stata contrassegnata da momenti di altissima televisione. Ho apprezzato moltissimo, in particolare, la presenza di imitatori, handicappati e altri deficienti tra gli invitati. Il mondo è vario, non è fatto tutto di persone brillanti, sexy e levigate come nella TV degli anni '60 (avete presente Don Lurio?), ed è ora di ammetterlo. Squisitamente raffinata mi è sembrata, in particolare, la performance dei due comici situazionisti con deficit psicomotori che impersonavano, nella puntata della settimana scorsa, due "segretari di partito" di destra e di sinistra. Le imitazioni erano, ahimé, piu' che verosimili…
Un altro elemento da segnalare è il format, altamente innovativo, della trasmissione. Torna una televisione lenta, articolata e ragionante. E' la televisione del XXI secolo ha scritto qualcuno(*), e non mi sento di contraddirlo.
(segue)
"…la TV postcatodica, di quei ragazzi per i quali Armstrong non è ne' un trombettista paffuto, né un astronauta, né un ciclista, perché non hanno mai sentito parlare di nessuno dei tre e per questo, appena escono dalla scuola materna, si trovano proiettati "oltre" lo scibile e il senziente e possono toccare il "vero" senza passare per il verosimile" (A. Baricco, "E a noialtri chi ci legge?" Mondadori/Boringhieri)
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