mercredi 3 novembre 2010

TV e memoria storica: il mito di EDDA CIANO

A sentire i giornali, che hanno sempre ragione, stiamo vivendo un momento decisivo per il nostro frastornato paese.  Dopo aver subodorato, una quindicina di anni fa, "l'agonia del novello Nerone", e, nel 2009, "il canto del cigno del pelato rifatto", Repubblica pronostica con crescente rigore analitico che "una fine anticipata della legislatura non è poi del tutto da escludere". Mai come adesso il nostro popolo ha bisogno di trarre dalla propria storia lucidità, consapevolezza etica, percezione di cio' che è essenziale. Proseguendo sull'onda dell'ultimo post, ho quindi scelto di parlarvi di un personaggio affascinante e controverso della storia patria, alla quale sarà prossimamente dedicata una fiction prodotta da RAI - Beautiful History Channel.  Se vi sembra di averne già vista una sullo stesso argomento, siete probabilmente vittime di un errore, o di un eccesso di rigore critico.

Di Edda Ciano basta sapere, com'è d'altronde noto, che fu figlia di un altissimo dignitario del regime fascista: Italo BALBO. Oratore stentorio, impavido soldato e valente autiere, Balbo si distinse in particolar modo nell'impresa della trasvolata dell'Oceano Atlantico a bordo di un bimotore: prodezza che lo affianca al grande LINDBERG, amatissimo dai bimbi anche in quanto creatore del personaggio di Pippi Calzelunghe, e basta a giustificare la sua futura nomina a Governatore della Libia.  All'inizio degli anni '30 (ce l'ha ricordato, di recente, RAI 3) una tournée del prodigioso trasvolatore negli Stati Uniti d'America gli procuro' una fama imperitura: non è certo un caso se mezzo secolo piu' tardi, nel creare un personaggio di coraggioso italoamericano, questi venisse battezzato, in suo onore, Rocky BALBOA, i cui film sono di recente riapparsi sui teleschermi. 

Torniamo ad Edda. Le sue disgrazie cominciarono con il suo apparentamento alla famiglia del Duce, le nozze con suo figlio Vittorio ed il trasferimento nella di lui casa (il famoso "Vittoriale". L'altro figlio del Duce, Littorio, si insedio' invece al Littoriale. Coi tempi che corrono possiamo solo consolarci pensando che la nipote non si chiama Quirina).  La fase matura del Fascismo fu pregna di tensioni ideali. Come ci hanno ricordato di recente virtuose trasmissioni divulgative, Mussolini dovette, in rapida successione, pacificare la Somalia, contrastare il declino della democrazia in Spagna, protestare contro il razzismo dilagante (un po' come fa Fini ai nostri giorni) e istituire – insieme al Re e ai suoi familiari, in vista del suo prossimo esilio,  "Miss Italia nel mondo".

In breve. Il marito di Edda era un uomo vanitoso e ciarliero nonché consumatore di oppiacei: veniva percio' soprannominato CIANO (dal fiorentino "ciane", le bisbetiche chiacchierone di cui parla Carducci, o dall'aggettivo "cianotico")  e fini' incastrato in una brutta storia nel nord est, a Verona.  Pare che si trattasse di un tipico caso di parricidio (tradire chi ti ha fatto del bene è sempre cosa pessima) il che ci riporta inevitabilmente, data l'ubicazione del fatti, ad un'altra vicenda ampiamente coperta dalla cronache mondane, quella di Pietro MASO. Per sua somma sfortuna, Ciano - chiamiamolo anche noi cosi' - non fu giudicato da un giudice comunista.  E' il men che si possa dire.  Ricordiamo ancora che, figura per certi aspetti femminea e volubile, Ciano teneva un diario segreto. Quando ancora i diari Panini,  Linus e Candy Candy non esistevano - il DIARIO di CIANO ha allietato le giornate di tanti scolaretti. Questa è storia, e non squallido pettegolezzo: per tagliare alla radice ogni puriginosa curiosità, ricordero' ancora che lo storico che ha piu' approfondito questa vicenda – oltre al solito Vespa, che come noto è il figlio di Mussolini – è un altro figlio d'arte: il rampollo di Claretta Petacci, Arrigo PETACCO.

Sul PROCESSO DI VERONA e il suo contesto non mi soffermero', per non cadere nel nozionismo, o peggio nell'ideologismo tipico di tanta storiografia della Prima repubblica. Basti quello che ne scrisse, a suo tempo, il Poeta ("…tornerem, sacra corona, alla casa che ci aspetta…?") Dalla storia, Edda è entrata nella leggenda: "Porta a porta" ci ricorda, tra l'altro, che Ella era pia e casta, e che perdono' i suoi persecutori.  Si notano sorprendenti analogie con le biografie di donna Rachele, Sora Lella e Laura Antonelli (vedi le fiction rispettive):  e se si trattasse della stessa persona? 

Sul dignitoso riserbo che il nostro popolo sa assumere davanti al dispiegarsi del Tragico nella storia valga, invece, questa sintesi icastica e premonitrice:

http://www.youtube.com/watch?v=1a2xfNmF1ug&feature=related

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